Telefono

+39 340 87 15 241

Email

info@psicolabirinto.it

Orari di apertura

Lun/Ven: 8-20 Sab 8-13 Festivi esclusi

Come si può raccontare al proprio bimbo la sua disabilità? Bisogna dirglielo? A che età? Queste sono le domande più comuni tra i genitori di bambini diversamente abili. Non esistono risposte assolute che valgono per tutti i bambini. Non esiste un’età precisa; per alcuni bambini si può iniziare a raccontarglielo in età prescolare, per altri, magari più compromessi sul piano cognitivo, si può aspettare l’età scolare.

È estremamente difficile per un genitore raccontare al proprio bimbo che è disabile, alcuni genitori preferiscono non parlarne con il proprio figlio.

Tutto ciò di cui non si può parlare in famiglia, genera molta ansia e angoscia. Raccontare al proprio figlio quello che ha, lo aiuta a sentirsi più accettato e gli si offre la possibilità di pensare che quello di cui è affetto non è qualcosa di mostruoso, che fa paura.

Non c’è un momento o un luogo giusto per poterne parlare; consigliamo ai genitori di farlo quando emotivamente si sentono pronti, quando sentono che il loro bimbo inizia ad accorgersi della propria diversità oppure a fare delle domande.

Non esistono neanche parole più corrette di altre; quella che proponiamo qui di seguito è una traccia.. ogni genitore a seconda delle proprie caratteristiche e del proprio bimbo troverà il suo modo di narrare.

Proponiamo questa storiella che andrà modificata a seconda dell’età del bambino.

C’era una volta mamma e papà tartaruga che vivevano in una bella casetta con la loro piccola tartaruga Marta. Mamma e papà volevano anche un altro piccolino e così dopo nove mesi nacque la piccola tartaruga Cristina. Cristina nacque con due gusci, uno sopra l’altro e amava giocare con la propria sorellina e farsi fare le coccole da mamma e papà. Il doppio guscio rallenta un po’ la tartaruga Cristina che è un po’ più lenta rispetto alle altre tartarughe ed alcune cose non riesce a farle da sola… il guscio la appesantisce un po’. Nonostante il doppio guscio che dà un po’ fastidio, Cristina gioca e si diverte con le altre tartarughe e quando ha bisogno di aiuto, sa che può contare sulla sua famiglia.”

Articoli consigliati